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Viaggiatori alla ricerca di inclusività
Uno dei siti più suggestivi del Parco Naturale dei Monti Ausoni e del lago di Fondi, il Monastero fu edificato per onorare il martirio di San Magno ucciso durante le persecuzioni dell’Imperatore Decio, nella seconda metà del III secolo d.C.
5 Dicembre 2023 | La redazione di farwill.it - Daniela
Ai confini della piana della città di Fondi (LT), lontano dal traffico cittadino, si erge il bellissimo Monastero di San Magno; era da tempo che desideravo visitarlo. Si tratta di uno di quei luoghi capaci di donare momenti di grande pace interiore, un riparo per l’anima immerso nella natura, tra storia e preghiera, arte e contemplazione. Un tempo, però, fu teatro di spargimenti di sangue. Nel breve regno dell’imperatore Decio (249-251 d.C.), che volle rafforzare i culti tradizionali, venne messa in atto una violenta persecuzione contro i cristiani in cui trovò la morte anche Magno, vescovo di Trani. Secondo quanto riporta papa Gregorio Magno nei suoi Dialoghi, sul luogo del martirio, divenuto presto meta di pellegrinaggi, venne fondato nei primi decenni del VI sec. il Monastero.
Facciata e campanile della chiesa rinascimentale
Per raggiungere il complesso benedettino, abbiamo percorso circa quattro chilometri dal centro di Fondi, e attraversando la campagna, siamo arrivati ai piedi del monte Arcano, dove si trova il Monastero; in questa zona gli autobus di linea non consentono di raggiungere il sito, perciò abbiamo utilizzato la macchina.
La porta della struttura è sempre aperta, e denota il carattere ospitale e accogliente tipico di questo Monastero; per chi ha difficoltà motorie c’è un’entrata riservata, che può essere utilizzata contattando la segreteria almeno un giorno prima della visita. A tal proposito è utile visitare il sito della Fraternità San Magno, che contiene indicazioni per i visitatori che usano una sedia a ruote. Sul sito si possono trovare anche informazioni sulle attività che vengono svolte nel Monastero, ed interessanti riferimenti storici riguardanti la genesi del complesso.
L’ingresso è sempre gratuito e possibile; tuttavia il lunedì è preferibile non sostare nella struttura, per concedere un giorno di riposo.
Veduta dal piano superiore del Monastero di San Magno
Al nostro arrivo, ci ha accolti la gentilissima signora Adele, che oltre a supportarci in alcuni spostamenti, è stata anche la nostra guida da un punto di vista storico del sito, perciò non esitate a chiedere! Abbiamo parcheggiato a circa quattro metri dall’ingresso, dove è presente della ghiaia, e un gradino di circa cinque centimetri ai piedi del portone; chi viaggia in autonomia può superare il tratto grazie all’aiuto di un volontario che vi accoglierà, e sarà pronto a guidarvi nella scoperta di questo luogo sacro.
Siamo andati a visitare il Monastero nel mese di aprile, quando i fiori si mostrano, e la natura appare in tutta la sua lucentezza; è stata una visita bellissima. Io e il mio compagno non vedevamo l’ora di scoprire un luogo così intriso di significati e di bellezza.
La visita è iniziata attraversando il portico che si trova all’entrata, e subito davanti a noi si è aperto il paesaggio grandioso nelle sue distese verdi; spesso abbiamo sentito il bisogno di fermarci, per ammirarlo incantati.
Proseguendo lungo il perimetro del piano superiore del complesso, c’è una splendida chiesa rinascimentale che riesce a preservare il suo legame con il tempo conservando la sua materia antica. È incantevole nella sua essenzialità, e merita davvero una visita. Al suo ingresso c’è un piccolo taccuino per chiunque volesse lasciare un pensiero o una preghiera, un bel modo per sentirsi parte di questo luogo. In generale, in molti angoli del Monastero abbiamo trovato disseminati pensieri, riflessioni, parole d’amore e di vita, che rendono questo spazio aperto alla condivisione e all’incontro.
Mandorlo piantato da don Francesco presso il piano superiore del complesso monastico
Oltre alla chiesa, su questo piano è possibile accedere a diverse stanze: una destinata al ristoro dei pellegrini, una utilizzata per svolgere riunioni, e una bottega ricca di prodotti artigianali: incensi, dipinti, tavolette memoriali, segnalibri, marmellate, e liquori esposti in graziose bottigliette. La signora Adele ci ha spiegato che i volontari non accettano denaro personalmente, e che una volta scelto il dono, si potrà depositare, in maniera autonoma, l’offerta direttamente all’ interno di una fessura nel muro.
Esternamente, al centro di questo piano, campeggia un mandorlo, sembra quasi che l’intera struttura gli faccia da cornice, e supporti la sua bellezza; è stato piantato da don Francesco quando si è stabilito presso il Monastero; lui è l’unico sacerdote che abita nel complesso, ma la struttura ospita anche numerosi pellegrini, visitatori, il gruppo Naìn, e tutti coloro che intendono conoscere questo sito. Nel Monastero è possibile utilizzare una foresteria.
Al di sotto di questo piano c’è un giardino meraviglioso; per raggiungerlo, si può riprendere la macchina, oppure si possono percorrere con la sedia circa una cinquantina di metri di strada asfaltata, in discesa, con una pendenza che necessita assistenza.
All’ingresso del giardino c’è un gradino di circa due centimetri, e il percorso all’interno purtroppo non è molto agevole. Si può passeggiare nel primo tratto con facilità, e godere del viale con i pini, guardare alberi rigogliosi, fiori e arbusti, lasciandosi abbracciare dalla natura; mentre si prosegue il cammino però, dopo circa una ventina di metri, si ci accorge di alcune difficoltà.
Ad esempio, dopo aver percorso il suggestivo ponticello sotto il quale scorre l’acqua della sorgente, si ci trova davanti ad un dislivello molto scomodo, di circa sei centimetri in pendenza; oppure si notano le scale davanti alla piccola chiesa medievale, nella quale purtroppo è impossibile accedere.
Ingresso del viale del giardino
Troverete inoltre una discesa ripida all’ingresso di una graziosissima piazzola verde, nella quale sono presenti delle aree ristoro con panchine e tavoli; è molto riposante come ambiente; se si ha la possibilità di percorrere la discesa, approfittatene per fare una sosta.
Nonostante le barriere incontrate, è consigliata la visita anche al giardino perché consente comunque di vivere un’esperienza profonda sia da un punto di vista naturalistico che storico, sembra di esser tornati indietro nel tempo!
Salutiamo il Monastero con un cuore più calmo e rigenerato; prima di lasciare il luogo però, riprendiamo la macchina e passiamo a visitare il giardino dei mandorli, accedendo da un altro ingresso, sempre grazie alle indicazioni di Adele. Con l’augurio che possiate visitarlo in tanti, questo giardino è il simbolo di una importante storia di resistenza, e un invito a fiorire in pieno inverno, proprio come riesce a fare il mandorlo.
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