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Viaggiatori alla ricerca di inclusività
Fino al 26 novembre ai Mercati di Traiano una mostra su due inedite teste di Augusto offre uno sguardo interessante sulla figura del princeps. Il nostro racconto con focus sull’accessibilità.
24 Novembre 2023 | La redazione di farwill.it
Fino al 26 novembre il Museo dei Fori Imperiali presso i Mercati di Traiano ospita la mostra “Imago Augusti. Due nuovi ritratti di Augusto da Roma e Isernia”. Incuriositi dal tema trattato e dal luogo stesso, che non avevamo mai visitato, ci siamo ritagliati un pomeriggio da dedicare alla nostra città e a uno dei personaggi più importanti per la storia di Roma.
Il Museo si trova vicino piazza Venezia, salendo su via IV Novembre. Per chi viene in auto ricordiamo che la ZTL del centro storico è attiva in alcune fasce orarie e che le persone con disabilità munite di contrassegno possono richiedere l’accesso. Nelle vicinanze del Museo, in particolare su via delle Tre Cannelle, sono presenti alcuni parcheggi riservati a persone con disabilità.
Il Museo e i suoi spazi (biglietteria-bookshop, servizi igienici, sale espositive) sono accessibili in sedia a ruote. Degli ascensori permettono di salire ai punti panoramici e visitare il resto del complesso. Per chi ha difficoltà motorie segnaliamo inoltre che in loco è disponibile una sedia a ruote. Il biglietto è gratuito per la persona con disabilità e l’eventuale accompagnatore.
Prima di entrare in mostra, che si trova in fondo alla sala principale, visitiamo l’esposizione permanente che offre una panoramica molto interessante sull’area archeologica circostante ovvero quella dei Fori Imperiali: il Foro di Cesare, il Foro di Augusto, il Foro di Nerva, detto anche transitorio, il Foro di Traiano a cui si aggiunge l’area polifunzionale dei Mercati. Ogni sezione è corredata da video sottotitolati e pannelli descrittivi che permettono di avere un’idea più chiara di come fosse suddivisa e articolata questa parte antica della città.
Il Foro di Augusto, i cui lavori di costruzione iniziano nel 27 a.C., viene inaugurato nel 2 circa. Appartiene quindi alla seconda fase della vita e della carriera di Ottaviano, quando verrà chiamato Augusto. Nato Gaio Ottavio viene infatti adottato da suo zio, Cesare, che nel testamento gli consegna formalmente la sua eredità: non solo il nome – dalla fine del 44 a.C. Ottavio diviene Gaio Giulio Cesare – ma soprattutto il patrimonio privato e la clientela militare. A soli 18 anni! I cittadini romani che venivano adottati potevano conservare traccia della propria gens di origine, da qui il nome di Ottaviano, che usano anche gli studiosi moderni per distinguerlo da Cesare (anche l’imperatore Caligola aveva lo stesso nome). Nell’aula principale del Museo è conservata una preziosa decorazione proveniente dal Foro di Augusto: una ricostruzione dell’attico dei portici con frammenti originali e calchi tra cui spiccano una Cariatide e una testa di Giove Ammone.
Alle spalle di questa imponente ricostruzione si apre la mostra “Imago Augusti” che già dal pannello introduttivo, dichiara a chiare lettere la sua accessibilità: “Perché una mostra sia accessibile deve essere fruita da tutti nello stesso momento”, recita la descrizione che riporta accanto un QR code. Il percorso, articolato in tre sale, si compone di pannelli e video descrittivi, manufatti tattili e contenuti fruibili appunto tramite QR code che rimandano a video in LIS.
Testa di Augusto da Roma, Mostra “Imago Augusti”
Nel primo ambiente, che fa da cornice alla mostra, dei video ricostruiscono la storia della scoperta dei due ritratti, avvenuta a Roma nel 2019 durante gli scavi della via Alessandrina, adiacente i Fori Imperiali, e a Isernia nel 2021 lungo le mura medievali della città. Sono immagini che appartengono a momenti diversi della vita di Augusto: giovane nel ritratto di Roma, maturo in quello di Isernia. Una cronologia essenziale presente nella seconda sala aiuta il visitatore a ripercorrere i quasi 78 anni di vita di Augusto e il suo ruolo istituzionale all’interno della res publica. All’apertura del testamento di Cesare, Ottaviano non aveva un peso politico: era figlio di un cavaliere della colonia romana di Velletri, non aveva rivestito nessuna magistratura, e si accingeva ad accompagnare il prozio Cesare nella campagna contro i Parti. Con la formazione del secondo triumvirato nel 43 a.C., che vedeva insieme Ottaviano, Marco Antonio ed Emilio Lepido, il figlio di Cesare doveva farsi una posizione – Lepido e soprattutto Antonio avevano una carriera notevole alle spalle, oltre che un’età maggiore. Il ritratto dalla via Alessandrina risale a questa prima fase ed esprime la volontà di trasmettere quell’immagine di condottiero giovane e promettente che ha in Alessandro Magno il riferimento più diretto.
Il ritratto nel I sec. a.C. è uno dei generi caratteristici dell’arte romana: in un mondo in cui la gloria e il desiderio di affermazione individuale costituiscono il motore dell’attività umana, la traduzione della propria immagine in scultura diviene uno strumento di propaganda attraverso il quale veicolare virtù e idee, celebrare imprese, ricollegarsi a eroi o a dinastie antiche in un discorso di continuità che unisce passato e presente. Ottaviano, ancora più dei suoi predecessori Pompeo e Cesare, individua nel Macedone un modello ideale da imitare. Ecco allora che nel ritratto da Roma il volto privo di barba, il collo leggermente torto e le numerose ciocche di capelli che scendono sulla fronte rientrano nella cosiddetta imitatio Alexandri, ovvero quel fenomeno che imprime nella codificazione artistica caratteristiche tali che fanno subito riconoscere la figura rappresentata come eccezionale.
Testa di Augusto da Isernia, Mostra “Imago Augusti”
Il secondo ritratto, meglio conservato, viene associato al tipo di Prima Porta (da una statua rinvenuta nella villa di Livia a Prima Porta), che è l’immagine elaborata intorno al 27 a.C., quando Ottaviano diventa Augusto, e non a caso la più diffusa – se ne conoscono moltissime repliche. Augusto, ponendo fine alla violenza e agli spargimenti di sangue delle guerre civili, si fa garante di un ordine nuovo, di pace e prosperità, restauratore dei costumi. Nel ritratto viene quindi celebrato per la sua auctoritas e la sua pietas. Tutto questo si traduce in un’immagine idealizzata del princeps, fuori dal tempo, che conserva tratti di realismo e riconoscibilità; l’espressione pacata è il riflesso del momento storico e della condizione raggiunta che verrà a lungo mantenuta.
Sempre nella seconda sala sono esposte le riproduzioni tattili delle due teste di Augusto corredate da targhette in Braille: “puoi toccarci, siamo copie”, recita l’invito scritto sul muro. L’ultima sala è sicuramente quella più affascinante. Come in un climax che ci conduce per mano si arriva non solo a poter ammirare da vicino i due ritratti ma si può assistere a una vera e propria messa in scena di un dialogo immaginario tra i due Augusto che ricordano la loro vita e le loro imprese. Lo spettacolo è fruibile in italiano e in inglese, e in LIS dal proprio device.
“Imago Augusti” è una mostra che mette al centro il visitatore con le sue esigenze. Grande cura è stata dedicata all’accessibilità che permette di fare un’esperienza immersiva a tutto tondo: ci si sente accolti e coccolati in un percorso che, malgrado la sua brevità, sfrutta tutte le potenzialità offerte dalla tecnologia e da un approccio inclusivo alla fruizione delle opere d’arte. Per chi non riuscisse a visitare la mostra entro il 26 novembre, da dicembre verrà allestita a Isernia nel Museo Archeologico di Santa Maria delle Monache.
Prima di andare via prendete l’ascensore e salite al primo piano, dove si trova uno dei punti panoramici dei Mercati. Da qui la vista su Roma al tramonto è impagabile.
Sito ufficiale della mostra "Imago Augusti"
Focus sull'accessibilità della mostra "Imago Augusti"
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