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Entrando dall’ingresso principale in piazza Pietro D’Illiria non si può non far caso alla fontana con mascherone addossata al muro che cinge il parco. È un elemento di cui si ha traccia già in tempi antichissimi: la sua funzione originaria, di scacciare gli spiriti maligni (veniva ad esempio posto all’ingresso di edifici), viene ben presto abbandonata a favore di un impiego strettamente ornamentale e, come in questo caso, funzionale alla fuoriuscita di acqua.
Nei mesi di ottobre e novembre nei pressi di questo ingresso è possibile trovare venditori di caldarroste e pannocchie. Il giardino è infatti frequentato ogni giorno da tante persone, turisti e cittadini, che affollano la terrazza panoramica; per godere di un’atmosfera più raccolta si può passeggiare lungo i viali o sedere su una delle numerose panchine.
Il giardino sorge su un terreno che anticamente era proprietà della nobile famiglia dei Savelli, che tra il 1285 e il 1287 fece erigere qui la sua fortezza. Caduta in rovina, lo spazio fu utilizzato come giardino dai domenicani dell’adiacente basilica di Santa Sabina. Nel corso dei secoli la proprietà passò di mano fino alla fine del Settecento, quando tornò ai monaci che ne fecero un orto.
Il giardino, come lo vediamo oggi, fu realizzato nel 1932 su progetto dell’architetto e paesaggista Raffaele de Vico, che opera in decenni ricchi di trasformazioni urbane dando un contributo fondamentale nella riqualificazione di molti spazi verdi della città che vengono destinati a uso pubblico. Come alberi da piantare vennero scelti pini e aranci, questi ultimi in riferimento all’arancio che secondo la tradizione San Domenico portò dalla Spagna e che è tuttora presente nel chiostro di Santa Sabina.
De Vico dà al giardino un assetto simmetrico che ha anche una forte componente emozionale: ponendo l’ingresso in posizione longitudinale rispetto all’asse principale che è in linea con la cupola di San Pietro, il visitatore è accompagnato in un percorso di scoperta e meraviglia.
Il viale principale del giardino è stato dedicato a Nino Manfredi dopo la morte dell’attore. Proseguendo si arriva alla terrazza panoramica che è stata intitolata al regista e sceneggiatore Luigi Magni scomparso nel 2013, che aveva diretto Manfredi in molti suoi film.
Dal belvedere si ha una visuale unica su San Pietro e altri monumenti importanti di Roma.
Ingresso principale: livello stradale, sanpietrini con leggera pendenza
Ingresso secondario: livello stradale, sanpietrini
Pavimentazione viali interni: prevalenza di ghiaia
Terrazza panoramica: si accede tramite tre gradini
Metro più vicina: Circo Massimo (750 m circa).
Bus consigliati: linea 715 fermata Terme Deciane/La Malfa (420 m circa); linee 44, 83, 170, 716, fermata Bocca della Verità (450 m circa).
Parcheggio: ampia disponibilità presso piazza Pietro D’Illiria e lungo via di Santa Sabina.
Un altro esempio di fontana con mascherone - è conosciuta infatti con questo nome - si trova lungo via Giulia. È stata realizzata nella prima metà del XVII sec. mettendo insieme elementi di reimpiego di epoca romana.
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